I terreni agricoli al top nelle scelte di investimento
fonte il sole 24 Ore
Leggi l'articolo completo
di Evelina Marchesini
Altro che uffici in
centro a Milano o a Londra, negozi dai prezzi esorbitanti nelle vie
della moda o centri commerciali appesi all'altalena dei consumi: l'eden
degli investimenti immobiliari, quelli di grandi dimensioni
naturalmente, è nei terreni. Non quelli edificabili, ma le terre
produttive di cereali, frutta, verdure, leguminose, oltre ai terreni per
allevare bestiame. Insomma, per sfamare un mondo sempre più a caccia di
cibo.
Un Eldorado alternativo dove gli incrementi di valori più significativi sono nei Paesi emergenti e sono stati messi nero su bianco dal report di Savills "International farmland, focus 2012". Sottotitolo: "Going with the grain", che suona più o meno come vai con il grano.
Il report si incentra sull'indice realizzato da Savills, unico nel suo genere, per misurare i trend dei principali mercati di terreni produttivi, 14 per la precisione, e ha come base il 2002, posto uguale a 100. E quali sono i mercati a essere cresciuti di più? Innanzitutto l'Europa centrale, dove da 100 si è passati, a fine 2010, a circa 750; poi il Sudamerica a quota 600; un po' meno di 400 per Australia e Asia; circa 220 per l'Europa occidentale, dove i prezzi dal 2008 hanno cominciato a scendere (a differenza degli altri mercati, in salita continua); circa 200 per il Nord America. Così, l'indice nel suo complesso dal 2002 al 2010 ha aumentato il proprio valore di cinque volte.
Un Eldorado alternativo dove gli incrementi di valori più significativi sono nei Paesi emergenti e sono stati messi nero su bianco dal report di Savills "International farmland, focus 2012". Sottotitolo: "Going with the grain", che suona più o meno come vai con il grano.
Il report si incentra sull'indice realizzato da Savills, unico nel suo genere, per misurare i trend dei principali mercati di terreni produttivi, 14 per la precisione, e ha come base il 2002, posto uguale a 100. E quali sono i mercati a essere cresciuti di più? Innanzitutto l'Europa centrale, dove da 100 si è passati, a fine 2010, a circa 750; poi il Sudamerica a quota 600; un po' meno di 400 per Australia e Asia; circa 220 per l'Europa occidentale, dove i prezzi dal 2008 hanno cominciato a scendere (a differenza degli altri mercati, in salita continua); circa 200 per il Nord America. Così, l'indice nel suo complesso dal 2002 al 2010 ha aumentato il proprio valore di cinque volte.
Ma quanto costano oggi i terreni? Nel 2011
negli Stati Uniti il valore medio di un ettaro era di 7.487 dollari,
seguito dall'Argentina con 6.508 dollari, dal Brasile con 5.245 e dal
Canada con 3.661. Il clima ha una grande rilevanza, in quanto condizioni
più favorevoli – come quelle dei climi caldi ma non desertici –
consentono di ottenere più raccolti o di gestire più capi di
allevamento. E tutti, poi, alla scoperta dell'Africa, dove dal 2000 si
sono concentrate il 62% delle acquisizioni su larga scala e dove i
prezzi variano dagli 800 dollari l'ettaro dello Zambia ai 2.900 del
Sudafrica.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per il Vostro post!